Più competitività, coordinamento tra diritto nazionale ed europeo, controlli più efficienti. Dopo cinquant’anni dall’ultima riforma, il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’approvazione definitiva del Testo unico per la riforma della disciplina doganale.
Una riforma necessaria
Un documento atteso e, soprattutto, necessario alla luce dei numerosi cambiamenti determinati in mezzo secolo dalla globalizzazione, dall’aumento degli scambi con l’estero, dalla telematizzazione, dalla nascita del mercato unico europeo. Basta pensare al peso crescente che hanno acquisito le esportazioni nella composizione del Pil italiano, di cui attualmente rappresentano circa il 40%, con 626,2 miliardi di euro generati dalle vendite all’estero dei prodotti italiani nel 2023.
Le novità del Testo Unico. Cosa cambia per le imprese
Il nuovo testo unico introduce un vero e proprio Codice doganale nazionale, aggiornando e snellendo notevolmente la precedente normativa (DPR 43/1973, Testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, Tuld). La riforma introduce 122 nuovi articoli per disciplinare le regole dell’import-export. Finora chiunque avesse avuto l’ambizione di promuovere i propri prodotti all’estero o comprarne oltreconfine era costretto a districarsi tra oltre 400 articoli (alcuni risalenti addirittura al 1896), in gran parte però superati dalla legislazione europea e con il difficile compito di coordinare norme tra loro in conflitto o in sovrapposizione.
Ora invece la riforma adegua la normativa italiana a quella europea, e questo permetterà di risparmiare tempo nel coordinamento tra i due sistemi, eliminando i frequenti approfondimenti e rimandi tra gli ordinamenti che avvengono attualmente. L’impresa, infatti, ha davanti a sé un percorso più definito: se la regola applicabile al caso concreto non è contenuta nella normativa europea, si passa alle nuove norme nazionali.
Altro tema importante è l’efficienza e la tempistica dei controlli doganali, necessari per ottenere il via libera alla consegna dei prodotti: finora è stato necessario presentare fino a 68 istanze a 18 diverse amministrazioni pubbliche, con colli di bottiglia e ritardi, che incidono sui tempi di consegna ed espongono le aziende al pagamento di penali nei confronti dei propri clienti. La riforma prevede invece la creazione di uno Sportello unico che funzionerà da singola interfaccia per le imprese che devono procedere all’esportazione di un prodotto: una piattaforma che gestirà in maniera simultanea le richieste e rilascerà le autorizzazioni. Altra novità è la competenza territoriale degli Uffici dell’Agenzia delle dogane, in materia di controlli e verifiche, e il nuovo ruolo assunto dalla Procura europea (EPPO) in materia di contestazioni doganali.
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Dall’elaborazione dei documenti doganali alla gestione delle procedure di importazione ed esportazione, ogni passo del processo richiede un’attenzione particolare per evitare ritardi, errori e possibili sanzioni. In questo contesto, la consulenza e l’assistenza specializzata giocano un ruolo cruciale nel garantire che le imprese possano operare in modo efficiente e conforme alle normative internazionali.
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Antonio Ciccarelli
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