Dal 17 dicembre 2023, le aziende hanno nuovi obblighi in materia di whistleblowing, ovvero il sistema che permette ai lavoratori di segnalare in modo sicuro violazioni della legge o illeciti di cui vengono a conoscenza sul posto di lavoro. Questi obblighi derivano da una direttiva europea (la 2019/1937) e sono stati introdotti in Italia con il Decreto Legislativo n. 24/2023.
In cosa consistono i nuovi obblighi
Le aziende devono innanzitutto attivare un canale interno che consenta ai lavoratori di presentare le loro segnalazioni in modo anonimo o con la propria identità protetta. Le segnalazioni possono essere presentate tramite un sito web, un’email o un numero verde dedicato.
Le aziende devono inoltre tutelare i lavoratori che fanno segnalazioni da eventuali ritorsioni o discriminazioni. Questo significa che i datori di lavoro non possono sanzionare o licenziare un lavoratore per aver fatto una segnalazione di whistleblowing.
Quali sono i vantaggi del whistleblowing per le aziende
Il whistleblowing può essere un importante strumento per le aziende per:
Prevenire illeciti e frodi: Le segnalazioni dei lavoratori possono aiutare le aziende a scoprire e prevenire illeciti che potrebbero danneggiare l’azienda o la sua reputazione.
Promuovere una cultura etica: Il whistleblowing può aiutare a creare un ambiente di lavoro più etico e trasparente, in cui i lavoratori si sentono liberi di segnalare eventuali problemi senza timore di ritorsioni.
Migliorare la governance aziendale: Un efficace sistema di whistleblowing può aiutare le aziende a migliorare la propria governance aziendale e a rafforzare la fiducia degli stakeholder.
Come le aziende si adeguano ai nuovi obblighi
Per comprendere meglio le sfide legate a queste nuove regole, l’ANAC ha lanciato un monitoraggio tramite un questionario rivolto a chi deve attivare i canali di segnalazione interni. I risultati, pubblicati di recente, evidenziano alcune aree di intervento e applicazioni non del tutto conformi alle nuove disposizioni. Dall’indagine, in particolare, emergono alcuni dati chiave: solo il 17% degli enti pubblici e il 30% delle aziende private ha ricevuto segnalazioni, principalmente dai propri dipendenti. Il numero di segnalazioni anonime è basso, indicando una certa fiducia nel sistema. Non tutte le organizzazioni, inoltre, hanno definito chiaramente la procedura di segnalazione, né coinvolto le organizzazioni sindacali come previsto dalla legge. Circa metà degli enti pubblici e il 75% delle aziende private prevedono sanzioni disciplinari per chi viola la riservatezza dei segnalanti. L’8% degli enti pubblici non ha nominato un responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, sebbene fosse obbligato dalla legge, mentre molti enti hanno pianificato attività di formazione sul whistleblowing, ma una parte significativa non ha intenzione di farlo. Nel settore privato, il 60% delle organizzazioni ha adottato piattaforme informatiche per le segnalazioni. Infine, l’ANAC ha notato che non sempre viene garantita l’autonomia e l’indipendenza necessaria per gestire le segnalazioni, soprattutto quando queste coinvolgono figure di vertice. Non è sempre chiaro come venga tutelata la riservatezza dei segnalanti in questi casi.
Il supporto di consulenti esperti
Affidarsi a consulenti è fondamentale per adempiere correttamente alla nuova normativa sul whistleblowing. Esperienza e competenze sono essenziali per progettare e implementare sistemi di segnalazione sicuri ed efficaci, garantendo al contempo la protezione dei dipendenti da possibili ritorsioni. Inoltre, consulenti qualificati possono supportare le aziende nella formazione del personale e nella definizione di procedure chiare e trasparenti. Investire in un servizio specializzato non solo facilita la conformità alle nuove disposizioni legislative, ma contribuisce anche a promuovere una cultura aziendale etica, migliorando la governance e rafforzando la fiducia degli stakeholder.
Scegli la tranquillità di essere sempre in regola e di avere un’efficienza operativa ottimale!
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Antonio Ciccarelli
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